GRASSO TERMOCONDUTTIVO

I grassi termoconduttivi sono materiali d’interfaccia termica comunemente utilizzati.

Questi polimeri più o meno fluidi, a base siliconica o non-siliconica, consentono di compensare le sacche d’aria derivanti dalla rugosità e dalla non planarità tra i componenti di potenza e il disssipatore.

In questo modo permettono un trasferimento termico più efficace, minimizzando la resistenza termica di contatto tramite uno spessore d’interfaccia molto sottile (bond line), dell’ordine di alcune decine di micron.

La composizione dei grassi termoconduttivi dipende dall’applicazione. Per ottenere conducibilità termiche elevate (da 1 a 8 W/mK e oltre) vengono caricati con microparticelle termoconduttive quali polveri ceramiche, ossido di zinco, nitruro di boro, ossido di alluminio o polveri metalliche, particelle d’argento o carbonio, fiocchi di grafite.

I loro svantaggi sono che restano permanentemente allo stato fluido (viscosità da 10 a 10,000 mPa e densità da 2 a 4 g/cm³) e che il loro utilizzo sicuro in produzione necessita di procedure impegnative, come ad es. la serigrafia automatica.

Inoltre, durante la vita operativa c’è un elevato rischio di imbrattamento e di pump-out, fenomeni causati da un differente CTE dei materiali a contatto e possibile ciclatura termica.

I grassi termoconduttivi sono inoltre critici in applicazioni esposte a shock e vibrazioni e in generale laddove è richiesto un design robusto.

Sono invece particolarmente adatti in applicazioni stazionarie, ad es. computers, schede grafiche, schede madri, dissipatori e diffusori termici per CPU, heat pipe in apparati elettronici per telecomunicazioni, elettronica di potenza e consumer.